16 giugno 2013

BIOTRANSENERGETICA - presentazione

"Incontro con gli archetipi"
Agriturismo I Due Noci - Desenzano (BS)


Conduttori Giovanni Re e Federica Rovetta, psicoterapeuti.
Ci troviamo alle 18 in tuta o abbigliamento comodo, possibilmente chiaro, con un tappetino o coperta e si lavora fino alle 20, a seguire una condivisione di cibi portati dai partecipanti. Costo 15 uero.

Se qualcuno lo desiderasse offriamo un colloquio di restituzione gratuito nel nostro studio.

In allegato mando una breve presentazione del lavoro. Per ultriori informazioni c'è il nostro sito www.psicopsico.it

info: Federica Rovetta tel. 030 382236






INCONTRO CON GLI ARCHETIPI

La cultura in cui viviamo, negli ultimi decenni, ha affrontato grandi temi relativi alla conoscenza del corpo fisico, la ricerca delle terapie per le malattie del secolo, l’approfondimento della conoscenza della struttura delle cellule, il funzionamento dei meccanismi metabolici ecc. contemporaneamente, altri si sono attivati nello studio della materia e delle particelle che la compongono a livelli infinitesimali, e macroscopici, giungendo a osservazioni che hanno messo in discussione la concezione del mondo e della realtà quale comunemente si considera.

Nel campo della psicologia, scienza ancora in “costruzione”, gli ultimi sessant’anni hanno visto il fiorire di teorie, modelli operativi che man mano includevano e davano conto della straordinaria complessità dell’essere umano. Così le varie componenti individuate della persona venivano di volta in volta studiate e definite: l’aspetto cognitivo, quello comportamentale, le pulsioni e la sessualità, l’emotività, le relazioni fondanti l’identità, l’affettività, la coppia, la socialità, la relazione corpo/psiche e più recentemente la valenza della spiritualità.

Sembra che ci sia un bisogno di integrazione, di vivere integrando, con consapevolezza, ogni aspetto di sé. 

Nell’ambito della ricerca psicologica, abbiamo incontrato il modello della Biotransenergetica, disciplina psico - spirituale che si è venuta strutturando da una trentina di anni ad opera del dott. P.L Lattuada e della dott.ssa Marlene Silveira. 

E’ un modello che, integrando   le conoscenze mediche, della fisica moderna, con l’esperienza della psicologia occidentale, soprattutto del filone gestaltico, esistenziale,  umanista, con le tradizioni mistiche orientali e con quelle sciamaniche,
offre, oltre a un quadro della realtà umana a nostro avviso convincente,  metodiche terapeutiche e  pratiche di “igiene” psico – corporea che ci sono sembrate fruibili ed efficaci.

Ciò che proponiamo è una di queste ed ha una funzione di riequilibrio, ricarica energetica e recupero del benessere personale. 

Compiendo sequenze di movimenti strutturati, in armonia con il respiro, il suono e la visione, si sperimenta l’unità del nostro essere, la connessione con gli altri, con le forze della natura da cui traiamo forza e insegnamenti,  per ricevere orientamento ed energia da impiegare poi nel nostro vivere quotidiano in termini di fiducia, creatività e serenità.

In questo “viaggio” è possibile anche  incontrare difficoltà o blocchi personali o relazionali; non vanno giudicati con frustrazione e sensi di colpa, ma onorati come opportunità: sono delle “porte” che   consentono l’accesso a dimensioni evolutive superiori, una “grazia”. Oltre all’esperienza dei conduttori, saranno proprio le Forze che si vengono scoprendo e la presenza del gruppo che aiuteranno il passaggio e il processo di integrazione.  


IL GUERRIERO

In data 27 aprile 2013, a Bedizzole, (BS) ci siamo trovati con un gruppo di persone per fare esperienza dell’archetipo del guerriero. 

Il Guerriero rappresenta colei o colui che vuole e può: principio di autoaffermazione, auto espressione, autorealizzazione. Qualità fondamentali sono il coraggio, la prontezza, l’assertività, l’assunzione di responsabilità. Il Guerriero combatte contro i fantasmi della mente, le paure, le credenze limitanti, i condizionamenti esterni, per far affiorare la vera natura, il Sé. 

Entrare in contatto, nell’integrazione armonica di Mudra, Mantra e Yantra, con tale archetipo ha suscitato sensazioni fisiche, energetiche, emozioni, sentimenti, pensieri, bisogni, visioni, ricordi.
Quando viene richiamato il guerriero non si fa attendere, si presenta, nelle diverse sembianze in accordo con la storia e la sensibilità di ciascuno, e sollecita un confronto, una risposta, un’assunzione di responsabilità.

Per qualcuno la risposta è stata la rabbia nei confronti di una situazione familiare vissuta come ingiusta, in cui ci si sente costretti a portare il peso delle fatiche di tutti a causa di una deresponsabilizzazione degli altri familiari.
Sottrarsi a questo giogo, liberarsi da questa catena comporta però la squalifica da parte degli altri e relativi sensi di colpa.

Il Guerriero sollecita a tracciare il confine tra amore fermo, responsabile e timore del rifiuto, dell’abbandono emotivo che si concretizza nell’assecondare gli altri a scapito del proprio benessere. Viene così sollecitata una scelta interiore, un’intenzionalità che si traduca in un cambiamento esteriore.

Qualcun altro, al termine del lavoro, si è sentito “svuotato”. E’ lecito ipotizzare, come solitamente avviene con questo vissuto, che il Guerriero abbia fatto “pulizia”, di modalità di sentirsi che forse non rispondono più a una esigenza di evoluzione. 

Il Guerriero non ha esitazioni nel tagliare ciò che deve essere tagliato, nell’eliminare ciò che è necessario eliminare. 

La volontà del Guerriero può essere interferita da attaccamenti a vecchi schemi, abitudini rassicuranti ma limitanti, dal vittimismo e dalla paura del cambiamento.

Qualcuno ha intravisto in due lacrime inaspettate l’esigenza, da lungo accantonata, di dare voce ad un bisogno antico. Il bisogno di rivisitare una vecchia ferita mai completamente sanata; di metter mano a una situazione generatrice di vissuti che chiedono di essere presi finalmente in carico; di ripristinare il fluire armonico della vita là dove era stato interrotto.

Qualcuno, ripercorrendo la storia personale, ha esplicitato come una malattia, evento di per sé indesiderabile, in realtà sia stata un’opportunità per accedere in modo più profondo alla dimensione spirituale, al senso sacro dell’esistenza.

L’esperienza, nel gruppo, è consistita in un “viaggio” personale , il viaggio di colui/ colei che esce dal castello delle proprie difese per affrontare il “drago” delle paure e angosce e assumersi la responsabilità di incontrare la propria vera natura ed esprimerne le potenzialità: il viaggio dell’eroe. Un viaggio vissuto sì in solitudine, ma non nell’isolamento.

E’ stata infatti al contempo un’esperienza condivisa nel gruppo in cui ognuno ha dato e ricevuto presenza, accoglienza e solidarietà. Ciascuno ha onorato il proprio posto nel gruppo armonizzandosi, secondo le possibilità, con le esigenze e richieste di aiuto degli altri.

E’ stato entusiasmante sperimentare, ancora una volta, che il benessere individuale non è a scapito altrui e che le esigenze altrui, del gruppo non sono un ostacolo a quelle individuali, ma che condivisione e solidarietà sono condizioni indispensabili alla crescita personale e di gruppo; non fusione o confusione, ma unione nella distinzione.

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